La fobia è una delle condizioni psicologiche disadattive più diffusa e riscontrabile all’interno delle società contemporanee. Si tratta di una paura o ansia marcata rispetto a specifiche situazioni, oggetti o eventi che il soggetto tende attivamente ad evitare. L’oggetto fobico può essere di varia natura (es. aver timore del sangue, dei ragni o di altri animali, dell’altezza piuttosto che di volare). La reazione emotiva di paura risulta essere sproporzionata rispetto alla situazione o all’oggetto temuti.
I soggetti fobici sono spesso consapevoli dell’eccessività delle loro reazioni, ma nonostante ciò sono incapaci di controllare e gestire il forte timore scaturito dall’oggetto fobico. Affinché si possa fare una diagnosi di fobia specifica, è necessario che il disturbo sia presente nel soggetto in modo persistente per 6 mesi o più, inoltre la paura, l’ansia e l’evitamento si ripercuotono gravemente sul funzionamento dell’individuo in ambito sociale, lavorativo e personale.
Questa forte reazione emotiva di ansia e paura, circoscritta a determinate situazioni o oggetti, in alcuni casi può assumere le caratteristiche di un vero e proprio attacco di panico. L’intensità dello stato fobico, è determinato da vari fattori contestuali quali: la presenza o meno di altre persone, la quantità di tempo di esposizione all’oggetto fobico o la presenza di altri elementi minacciosi. A volte la causa dello sviluppo di una fobia specifica, è ascrivibile ad un evento traumatico (es. essere morsi da un animale o rimanere bloccato in ascensore) o all’insorgenza inaspettata di un attacco di panico all’interno di quella che successivamente sarà la situazione temuta (es. inaspettato attacco di panico in metropolitana). Tuttavia la maggior parte degli individui con fobia specifica non è in grado di ricordare ed individuare la particolare ragione di esordio delle loro fobie, che solitamente si presentano in età infantile.