Lo Yoga nella pratica della Mindfulness

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La moderna sopravvalutazione del pensiero, del rimuginare sulle cose, del valutare i pro e i contro di ogni minima situazione (anche immaginaria) ha trasformato il corpo nella ruota di scorta della nostra “automobile” coperto di polvere e dandolo per scontato, sperando che, sia funzionante nel momento del bisogno. Esistono infatti due atteggiamenti opposti nelle persone nei confronti della cura di quest’ultimo: c’è chi si identica totalmente nel corpo e chi non se ne interessa affatto.

La tradizione orientale, invece, suggerisce da secoli, che corpo e mente non sono unità separate ma due parti in continua influenza reciproca: i ritmi del corpo e della mente devono allinearsi e armonizzare creando una distribuzione uniforme.

“Non puoi mai muovere il corpo senza l’anima né l’anima senza il corpo. affinché difendendosi l’uno con l’altra, queste due parti mantengano il loro equilibrio e la loro salute.”    (Platone)

Lo yoga è una disciplina dalle antiche e variegate origini, nonostante ciò, solo recentemente è entrata a far parte della maggior parte dei protocolli mindfulness (sia in chiave di promozione del benessere che in quella psicopatologica) per arrivare in aree impenetrabili alle tradizionali forme di meditazione. All’interno dei percorsi per la riduzione dello stress (MBSR) così come nelle sessioni personalizzate di Mindfulness, lo yoga diventa strumento per “accordare” la consapevolezza e radicarla nel corpo.

La Mindfulness include diverse varianti, quali la pratica formale, informale, la meditazione dei pensieri dei suoni o il body scan. Tutte condividono i principi di base ma differiscono per l’oggetto dell’attenzione.

Nello yoga consapevole o Mindfulness l’oggetto dell’attenzione è l’esecuzione di alcune posizioni (asana) che sono fonte di sostegno e nutrimento per l’attenzione: concentrarsi su una posizione favorisce un pensiero fluido e libero, deprivato dagli abiti artificiosi del condizionamento e soprattutto dell’obiettivo. Tutto questo si ripercuote sulla mente che, nel tempo, impara concentrandosi sulle diverse asana, ad “esserci “senza rigidità e scomodità, rispettando la natura del corpo per favorire un corrispondente stato mentale di calma e attenzione contemporaneamente

Attraverso la pratica, che può avvenire in gruppo o individualmente, dalla semplicità dello yoga la persona può esperire la semplicità di pensiero che implica un’assenza di complicazioni e non una semplificazione strutturale del pensiero stesso.

Come tutte le pratiche Mindfulness, anche nello yoga consapevole lo scopo principale non è il rilassamento o la modifica di emozioni o pensieri disturbanti ma la consapevolezza dell’esperienza interiore, compresi la deviazione dell’attenzione, il non riuscire, intrusività di un certo pensiero o di una data emozione percepiti come disturbanti, anticipazione del futuro e qualsiasi altro evento che distolga l’attenzione sull’oggetto principale.

È necessario specificare che lo yoga possiede delle caratteristiche però che lo rendono particolarmente prezioso e lo distinguono da tutte le altre pratiche mindfulness:

  • Una benefica attivazione fisica
  • L’esplorazione dei propri limiti di resistenza

Il divario che spesso la nostra mente impone tra i propri limiti e la possibilità concreta di superarli diventa un’occasione per promuovere sblocchi in aree di sofferenza emotiva (sia essa manifesta come mentale o in maniera più implicita, come fisica).

Pertanto, la possibilità di superare la fatica di rimanere in una posizione piò insegnare che è possibile superare l’idea che determinati pensieri ed emozioni siano intollerabili. Questo svela il ruolo terapeutico dello yoga consapevole in molti disturbi e problemi emozionali: dai disturbi d’ansia, alle compulsioni ma anche nelle dipendenze o nei problemi legati all’accettazione o percezione della propria immagine corporea o ancora per la regolazione delle emozioni in disturbi di personalità e disturbi post traumatici.

L’inserimento dello yoga, nelle pratiche Mindfulness ha, dunque, rivelato un sentiero accessibile a tutti per riarmonizzare mente e corpo, connettendo sensazioni corporee e implicazioni mentali susseguenti, agendo con gentilezza. Quando il corpo rettifica i suoi atteggiamenti scorretti, passando dal dolore al sollievo oppure rimanendo stabile, la mente farà lo stesso.

 

Riferimenti bibliografici

-Antonella Nardone (2020) “Lo yoga mindfulness: la mente nel corpo”;

-Larry Rosenberg, (1999)” Respiro per respiro: La pratica liberatoria della consapevolezza£;

-Mark Epstein (1996) “Pensieri senza un pensatore, psicoterapia cognitiva e pratica buddista”

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