La timidezza secondo Troisi

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Diversi sono stati i lavori cinematografici in cui si è cercato di mostrare i volti della timidezza ma, a parer mio, quello che meglio è riuscito in tale scopo è stato il film “Ricomincio da tre”, lungometraggio diretto e interpretato da Massimo Troisi. In una bellissima scena del film, Marta (Fiorenza Marchegiani), la protagonista femminile del film, fa delle affermazioni nei confronti di Gaetano (Massimo Troisi) che riescono bene a mettere in evidenza alcuni aspetti peculiari della timidezza. Infatti, Marta rivolgendosi a Gaetano afferma:

“…sei sempre troppo preoccupato di te stesso, di quello che fai, che dici… sei convinto che gli occhi di tutto il mondo siano sempre su di te, a spiarti a controllarti, e questo ti lega, ti impedisce di abbandonarti…ma questa è presunzione, non è timidezza! Ma come puoi pensare che la gente non abbia nient’altro da fare che occuparsi di quello che fai tu?”

Ma a cosa si riferisce questa ipotetica “presunzione”? La presunzione delle persone timide è quella di sapere con certezza cosa c’è nella mente degli altri, in particolare cosa questi pensano e come da loro sono giudicati. I timidi, o gli ansiosi sociali in genere, commettono l’errore di attribuire, in modo arbitrario, un particolare contenuto mentale agli altri, stati mentali, pensieri e valutazioni che in realtà sono propri. È come se per loro vigesse la regola “se io lo penso, anche gli altri lo pensano”.  Non mettono in conto che il contenuto mentale degli altri possa essere completamente diverso dal proprio; non considerano, pertanto, la possibilità che le loro congetture possano essere trattate come ipotesi fallaci e discutibili. La visione di sé, le valutazioni e i giudizi che i timidi detengono ed emettono nei propri confronti sono estremamente negativi, e si dà per scontato che queste considerazioni e valutazioni siano oggettive e universalmente riconosciute. Pertanto, le valutazioni, il giudizio negativo che si dà per scontato essere nella mente degli altri, in realtà e il giudizio personale negativo, e fortemente critico, emesso nei propri confronti e attribuito erroneamente agli altri, in quanto considerato una valutazione evidentemente oggettiva, indiscutibile. In termini metacognitivi o di mentalizzazione diremmo che le persone timide, così come tutte quelle che soffrono di ansia sociale, mostrano delle difficoltà nelle funzioni di decentramento e differenziazione, ovvero da una parte falliscono nell’ipotizzare scenari, intenzioni, contenuti mentali diversi nella mente degli altri e dall’altra a considerare i propri pensieri, i propri contenuti mentali, come una realtà inconfutabile, indiscutibile.

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